28 gennaio 1986, Kennedy Space Center, Florida.
È una giornata storica per l’esplorazione spaziale americana.
Lo Space Shuttle Challenger è pronto al lancio per la missione STS-51-L, la 25ª del programma.
A bordo ci sono sette persone, tra cui Christa McAuliffe, un’insegnante scelta per diventare la prima civile a tenere una lezione dallo spazio.
Milioni di studenti la attendono in diretta TV, pronti a scrivere un pezzo di storia.
La NASA come consuetudine ha pianificato tutto per mesi, testato ogni dettaglio, simulato ogni possibile imprevisto.
Alle 11:39 del mattino, lo shuttle decolla. Tutto sembra procedere regolarmente.
Ma dopo soli 73 secondi dal lancio, sotto gli occhi del mondo, il Challenger si disintegra in volo.
Tutti i membri dell’equipaggio muoiono. Un’intera nazione resta senza fiato.
Era tutto testato nei minimi dettagli. Cos’è andato storto?
Un piccolo anello di gomma, chiamato O-ring, parte del razzo a propellente solido, non ha retto al freddo intenso di quella mattina.
Era un componente tecnico apparentemente secondario, ma essenziale per sigillare le giunzioni del razzo.
Non era progettato per funzionare a basse temperature e nessuno aveva dato abbastanza peso a quel rischio.
La guarnizione ha ceduto, una fiamma è uscita, ha indebolito la struttura del serbatoio esterno che conteneva idrogeno e ossigeno liquidi.
Il resto, purtroppo, è storia.
Un dettaglio tecnico, uno solo, che nessuno aveva considerato ha causato una delle tragedie più note dell’era spaziale.
Il rischio è ciò che ignori
Nella vita il vero rischio non è quello che conosci, quello che ti aspetti anche se altamente improbabile.
Il rischio sta in ciò che ignori.
Ciò che ti sorprende alle spalle quando pensavi che andasse tutto bene.
Insomma, quello che resta dopo che hai pensato veramente a tutto.
Pianifichiamo il nostro bilancio familiare, investiamo i risparmi, ci prepariamo per la pensione preoccupandoci dei rischi più o meno probabili ma tutto sommato visibili.
La volatilità dei mercati, i tassi, l’andamento dell’economia.
Questi sono tutto sommato rischi noti, che fanno parte del gioco. Sono i soliti rischi che ci aspettiamo e contro i quali ci attrezziamo.
Ma raramente consideriamo i rischi invisibili, quelli che derivano dalla nostra convinzione di avere tutto sotto controllo.
Possiamo prevedere qualsiasi rischio tranne quelli che sono troppo assurdi per venirci in mente. Proprio quegli eventi assurdi possono essere i più dannosi perchè si verificano più spesso di quanto crediamo e non abbiamo mai un piano per affrontarli.
Abbiamo pianificato tutto nei minimi dettagli pensando a un piano A, a un piano B e pure a un piano C.
Quanto risparmiare, come investire quel risparmio, cosa fare se i mercati salgono, se crollano, se i tassi calano, se l’inflazione rialza la testa.
Ma poi arriva qualcosa a cui non avevamo pensato:
- Un improvviso stop al lavoro
- Un genitore da assistere
- Una grossa spesa imprevista
- Un problema di salute
E ci ritroviamo a dire:
“Avevo pensato a tutto… tranne che a questo.”
I rischi più grandi sono sempre quelli che non si vedono arrivare.
Se in qualche modo conoscessimo qual è il rischio più grande potremmo agire di conseguenza e prepararci ad affrontarlo.
Ma c’è sempre qualcosa che tralasciamo perchè la riteniamo insignificante. Ed proprio lì che diventiamo vulnerabili, perchè non siamo preparati.
Il rischio è ciò che resta dopo aver pensato a tutto
Ecco perché, quando parliamo di gestione del denaro, la vera sicurezza non va ricercata in ciò che conosciamo.
La vera sicurezza quando parliamo di finanza personale sta nel prepararsi all’incertezza.
Renderci conto di quanto limitata possa essere la nostra visione e la nostra comprensione della realtà e del futuro ed agire di conseguenza.
Ovvero, dobbiamo concentrare in nostri sforzi nella preparazione piuttosto che nella previsione di cosa possa andare storto.
Perchè non potremo mai pensare a tutto. E’ sempre stato così e così continuerà ad essere anche in futuro.
Finalmente hai un reddito sicuro e stabile. Ma per un evento fuori dal tuo controllo perdi il lavoro.
Hai sottoscritto un mutuo con un tasso fisso bassissimo e ti sembra di avere tutto sotto controllo. Ma un infortunio riduce la tua capacità di produrre reddito e di rimborsare il prestito.
Hai risparmiato con costanza per la pensione. Ma arriva una forte inflazione che erode gran parte di quel capitale in poco tempo.
Hai investito nel mercato azionario. Ma hai puntato tutto sul mercato italiano e l’Italia entra in una forte recessione che fa dimezzare il tuo investimento.
Hai pensato a tutto, ma tuo figlio investe con la bicicletta una vecchietta e ti trovi a dover pagare centinaia di migliaia di euro di danni.
Nessuno di questi esempi è improbabile. Ma spesso non rientrano nei nostri pensieri finché non succedono.
Allora come difendersi dal rischio che non vediamo arrivare?
Come difendersi dal rischio invisibile?
Come detto prima, non possiamo eliminare tutti i rischi perchè è impossibile.
Ma possiamo prepararci ad affrontare qualsiasi tipo di rischio.
Come?
- Diversificando le fonti di reddito e gli investimenti
- Creando un fondo emergenza che sia liquido e realmente accessibile
- Sottoscrivendo coperture assicurative contro invalidità, non autosufficienza, morte, ecc.
- Prevedendo sempre margini di sicurezza risparmiando e non vivendo mai al limite delle nostre possibilità.
Conclusione
Il rischio non è l’eccezione. E’ la regola.
E’ ciò che resta anche dopo aver pensato a tutto.
Ecco perché, quando si parla di soldi, non basta pianificare.
Dobbiamo essere quanto più possibile resilienti ed antifragili.
Serve seguire poche semplici regole come quelle di costruire un fondo emergenze, assicurarci, diversificare fonti di reddito e investimenti, prevedere margini di sicurezza.
Forse non ci lasceranno indenni dai rischi che non vediamo arrivare, ma sicuramente non ci faranno annientare e ci aiuteranno a rialzarci e ripartire.
E c’è una bella differenza tra essere morti o feriti.
Io ti ringrazio per aver letto il mio articolo e ti aspetto al prossimo!
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